Giocare con i bambini riduce lo stress e aumenta la resistenza psicologica degli adulti

In questo periodo di quarantena forzata il gioco può essere la chiave per allontanare lo stress e produrre più ossitocina


Per i bambini ma soprattutto per gli adulti


Lo evidenzia una recente ricerca che ha passato in esame oltre 100 studi accademici nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia comportamentale


Immaginare
avventure, ridere, sognare a occhi aperti e soprattutto farlo insieme ai bambini e ai loro giocattoli, porterebbe benefici anche agli adulti. In questo periodo di quarantena forzata il gioco può essere una chiave per allontanare lo stress e produrre più ossitocina. Lo evidenzia la ricerca commissionata da Fischer-Price, “Playtime for everyone” (Gioco per tutti), alla dottoressa Jacqueline Harding, che ha esaminato oltre 100 studi accademici nell’ambito delle neuroscienze e della psicologia comportamentale.

Lo studio evidenzia che giocare con i bambini può ridurre i livelli di stress, aumentare il benessere, rafforzare il sistema immunitario e aumentare la resistenza psicologica e l’ossitocina chimica nel cervello, che si produce giocando con i più piccoli. La dottoressa Harding ha anche coniato una nuova teoria: il “Triangolo di gioco” e condiviso i suoi “suggerimenti per sfruttare al massimo il tempo del gioco durante l’isolamento”.

I genitori che in questo momento sono soli in casa con i figli si trovano a ricoprire più ruoli per sostituire maestre, nonni, tate e amici. Tutte queste figure, in un colpo solo, si concentrano all’interno di una sola persona, che in molti casi deve anche occuparsi del telelavoro. È importante dunque tenere in considerazione la salute mentale ed emotiva sia degli adulti che dei bambini. “Per i piccoli, il bisogno principale escludendo cibo, alloggio e protezione, è la vicinanza umana”, si legge nello studio.

Ridere è (quasi) come fare jogging
Harding, docente presso la Middlesex University ed esperta internazionale nello sviluppo dell’infanzia e in neurofisiologia, spiega che le risate durante il gioco con i bambini possono essere equiparate al tempo trascorso in palestra. Uno studio cui fa riferimento la dottoressa Harding nella sua relazione, i medici descrivono la risata come “miracolosa”, come se fosse una forma di “jogging interiore”, perché fa abbassare la pressione sanguigna, lo stress e rafforza il sistema immunitario.

“Sappiamo che questo è un momento incredibilmente stressante per i genitori, che stanno cercando di destreggiarsi in una situazione senza precedenti”, commenta l’esperta. “Continuate a giocare con i vostri figli nel modo che più vi piace perché i benefici possono durare per tutta la vita, è buona cosa per i bambini, soprattutto in questo momento in cui non possono interagire con altri bambini, e ottima per i genitori”.

Il gioco dunque, può funzionare come antidoto, soprattutto se si considera che lo stress costante rilascia nel cervello un ormone corrosivo chiamato cortisolo. Il divertimento contrasta questo ormone ed è dunque un vantaggio per tutti.

Tre sono le cose fondamentali nell’interazione giocosa tra adulti e bambini affinché questa produca dei benefici per entrambi.

 

Contatto visivo
La sincronia bio-comportamentale è la chiave per il benessere di genitori/adulti e bambini piccoli. In parole povere si ottiene attraverso la vicinanza positiva e il mantenimento del contatto visivo, in modo da condividere risposte neurobiologiche e fisiologiche. In questo modo gli stati emotivi si rispecchiano a vicenda. Il potenziale beneficio per l’adulto di questa straordinaria sincronia cerebrale è il rilascio di ossitocina, che crea un circolo virtuoso riducendo così lo stress. Queste interazioni possono inoltre creare benefici duraturi sullo sviluppo del bambino

Triangolo di Gioco
Il contatto giocoso con un adulto che si prende cura di un bambino e si diverte in sua compagnia incide profondamente sulla neurofisiologia ed è la vera “educazione” di cui ha bisogno. Il concetto di “Triangolo di Gioco” (adulto – bambino – giocattolo) scatena il potere delle neurobiologia interpersonale. I giocattoli che danno spazio all’immaginazione, hanno il potenziale per attirare l’attenzione e il divertimento dei bambini. Ciò si ottiene creando un “terreno comune” per adulti e bambini. In altre parole entrambi sono coinvolti nel gioco attraverso il giocattolo.

Coinvolgimento genuino
Esiste un potenziale vantaggio reciproco per bambini e adulti quando questi sono impegnati a giocare con un giocattolo e i benefici sono ancora maggiori se l’adulto aiuta il bambino a costruire il gioco. Entrambi sono arricchiti dall’esperienza della reciproca reattività attraverso una rete cerebrale condivisa.

5 consigli per aiutare i genitori a creare un piano d’attacco per affrontare questo periodo di isolamento insieme a bambini
Suggeriti dalla dottoressa Harding

1. Siate più fantasiosi che potete.
Il cervello ama l’originalità del gioco e stimola un’attività neuronale dinamica, letteralmente scolpisce in maniera positiva il cervello. Provate a usare a rotazione, ogni due giorni, i giocattoli e osservate il piacere dei bambini nel momento in cui riscoprono i giochi precedentemente usati.

Prendetevi del tempo ogni giorno da dedicare al gioco con il vostro bambino: create diverse attività di gioco concentrate in un breve lasso di tempo (circa dieci minuti). Siate più fantasiosi che potete: mettete da parte le vostre inibizioni, usate voci differenti e adottate un atteggiamento giocoso (anche sciocco) per aumentare il divertimento con il giocattolo. Questo comunica il messaggio ‘Che bello! Stiamo davvero giocando insieme’.

Nel momento in cui vi butterete a capofitto nel gioco sentirete la vostra ansia diminuire gradualmente. Potrebbe non accadere sempre: i migliori momenti di gioco sono quando entrate in sintonia con il vostro bambino, perdete il senso del tempo e la vostra immaginazione vola.

2. Create una nuova routine.
Nei periodi di caos, come una pandemia che stiamo vivendo, gli esseri umani crescono bene grazie a una sorta di equilibrio.

Gli adulti hanno bisogno di questo tanto quanto i bambini. Pianificate una routine quotidiana che dia un ritmo alla giornata. Questo aiuterà entrambi ad andare avanti nel corso della giornata.

Anche se vivete in un piccolo appartamento, parti di esso possono essere dedicate a determinate attività per particolari momenti ogni giorno. Per esempio, posizionate un vecchio lenzuolo sopra due sedie e create una tana; una lastra di plastica sul pavimento può offrire un posto per tagliare e incollare; lavare le stoviglie nel lavandino della cucina regala un gioco d’acqua terapeutico.

Il tempo dedicato all’esercizio fisico può avvenire all’ingresso, con una corsa ostacoli realizzata con i cuscini. Il tempo dedicato alla televisione dei bambini può essere condiviso: la ricerca mostra che il guardare la tv insieme porta grandi benefici. I momenti dedicati al pasto possono richiedere anche l’aiuto esperto dei vostri piccoli: il solo tenerli coinvolti li porterà ad essere interessati e lontani dai guai. La routine è in grado di calmare la fisiologia sia degli adulti che dei bambini: il battito cardiaco scenderà e il respiro si rilasserà.

3. Siate il “rifugio sicuro” per i vostri bambini.

Un contatto estremamente ravvicinato con i bambini in casa porta benefici alle relazioni e offre un grande legame per la vita.

Un “rifugio sicuro” significa che potete sentirvi come un faro per i bambini che, sebbene non capiscano cosa stia succedendo, sentiranno l’ansia del mondo attorno a loro.

Limitate la loro esposizione alle notizie: anche i più piccoli che non capiscono le parole raccolgono i sentimenti profondi dell’ansia trasmessa.

4. Guardatevi negli occhi.

Lo scambio di sguardi reciproco arriva letteralmente al cuore delle relazioni e riconosce il piacere condiviso mentre si gioca insieme.

La neurobiogia interpersonale si basa tutta quanta sul concetto di “attenzione congiunta”. Il messaggio è “Stiamo facendo questa cosa insieme”. Trovate dunque un giocattolo che possiate condividere e assicuratevi di guardare il vostro piccolo negli occhi mentre parlate.

Organizzate delle videochiamate giornaliere con amici e parenti e osservate come i vostri figli reagiscono a quei volti familiari.

5. Divertitevi e usate l’immaginazione.
Siate i compagni di gioco dei vostri figli.

Scegliete un gioco, appropriato per l’età del vostro piccolo, che vi ricordi un periodo della vostra infanzia e condividetelo con loro.

Sentitevi liberi di rivivere il divertimento che eravate soliti provare, ridete e divertitevi. Vedrete la sensazione di stress letteralmente volare via e darete al vostro sistema immunitario un grande aiuto. Una buona dose di gioco di immaginazione fa bene alle cellule cerebrali sia degli adulti che dei bambini. Scegliete un giocattolo che li porti a questo scopo, come un finto telefono.

Provate voci differenti ed entrate in uno spazio immaginario. Lasciatevi andare e godetevi il piacere del “è solo un gioco”. Questo esercizio attiva l’ossitocina e porta benefici reciproci. Essere creativi gratifica inoltre il vostro cervello e vi mantiene giovani.


Scenari futuri

La situazione che stiamo vivendo potrebbe portare a un aumento delle competenze umane e far emergere un’unità familiare più soddisfacente a livello emotivo, che a sua volta andrà a beneficio di tutta la società.

Ma dovremo cambiare tutti il nostro modo di pensare e vederla come un’opportunità di fronte alle avversità. E, per alcuni genitori, la sfida sarà ancora più grande dovendo lavorare da casa, con alloggi piccoli e per la maggior parte senza giardino.

La speranza della dottoressa Jacqueline Harding è che i genitori vengano illuminati dai benefici che il gioco può portare sia a loro stessi che ai loro figli e dimostrino come l’umanità abbia colto l’opportunità di riprogrammarsi con relazioni giocose che siano vitali e fondamentali per la loro esistenza. “Dobbiamo imparare nuovamente a giocare e chi meglio dei nostri figli ce lo può insegnare? Sederti e giocare potrebbe essere non solo la cosa migliore che fai per tuo figlio ma anche la cosa migliore che puoi fare per te come genitore”

 

Articolo ispirato allo scritto di: ELEONORA GIOVINAZZO e alle ricerche della Prof. Jacqueline Harding

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